
Non è vero che l’abito non fa il monaco. E un libro lo sa.
Il contenuto può essere un capolavoro, ma se la copertina non parla, non vibra, non seduce — allora resta lì, silenzioso in mezzo a mille altri. Nessuno lo tocca. Nessuno lo sfoglia. Nessuno lo scopre.
Io lo so bene. Quando ho finito il mio primo libro ero convinta che bastasse il testo. Poi ho guardato la copertina che avevo scelto — un’immagine stock troppo sbiadita, un font preso a caso su Canva, un titolo che sembrava stampato su un’etichetta di biscotti. Mi sono chiesta: “Ma davvero questa sarei io?”
Da lì è iniziata la mia piccola rivoluzione visiva. Ho capito che una copertina non si “sceglie”: si crea. E come ogni creazione, va pensata con la testa, con la pancia e — sì — con gli strumenti giusti.
In questo articolo ti accompagno passo passo nel processo di scelta (e, perché no, anche di realizzazione) della copertina del tuo libro. E lo faccio come parlassi a te, che magari scrivi, disegni, vendi stampe o tutte e tre le cose insieme.
Pronta? Cominciamo.
La copertina è un manifesto, non una decorazione
Non deve raccontare la trama. Non deve mostrare la scena clou. La copertina è un’essenza condensata: deve suggerire, evocare, far scattare qualcosa nello stomaco del lettore. E deve farlo in un secondo, senza chiedere permesso.
Per questo è fondamentale pensare alla copertina come a un elemento di identità visiva. Un lettore dovrebbe poter riconoscere il genere, il tono, perfino la sensibilità dell’autore in pochi tratti. Non stiamo parlando di estetica pura, ma di percezione emotiva, quella che guida ogni acquisto impulsivo (e non solo).
Se hai scritto un romanzo introspettivo e delicato, la copertina non potrà essere gridata, urlata, piena di sovrapposizioni e caos. Al contrario, una guida pratica o un manuale di crescita personale dovrà trasmettere energia, positività, direzione.
Chiediti: "Che cosa vorrei che sentisse un lettore solo guardando questa immagine?". Se la risposta ti emoziona, sei sulla strada giusta.
Disegnarla tu? Un’idea geniale (ma solo se...)
Se sei anche un’artista o illustratrice, sfrutta questa doppia anima. Le tue copertine possono diventare il prolungamento naturale della tua linea di stampe. È un’occasione rara per raccontarti in modo coerente, e per creare un filo conduttore tra i tuoi mondi creativi.
Ma attenzione: non tutto ciò che è bello funziona in editoria. Una copertina non è una tela: è uno strumento di comunicazione che vive in contesti specifici (thumbnail online, carta stampata, copertina rigida, eBook reader).
Fatti queste domande:
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Il titolo è leggibile a distanza?
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Il contrasto tra testo e sfondo è efficace?
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I margini sono abbastanza ampi da evitare il “soffocamento visivo”?
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L'immagine resiste alla stampa o si perde nei dettagli?
Se vuoi disegnare da sola, considera l'acquisto di una tavoletta grafica con buona sensibilità alla pressione, oppure digitalizza le tue illustrazioni su carta con uno scanner ad alta risoluzione. A quel punto, puoi rifinirle con software come Procreate o Affinity Designer.
I colori parlano: usa il loro linguaggio
Sottovalutare la psicologia dei colori è uno degli errori più comuni. Eppure ogni tonalità suscita emozioni diverse: ci sono sfumature che rassicurano, altre che turbano, alcune che chiamano all’azione, altre che invitano alla riflessione.
Chi scrive narrativa dovrebbe pensare ai colori come pensa alla voce narrante: sono il tono sottile che accompagna tutta la lettura. Un rosa antico comunica nostalgia o romanticismo? Un grigio denso può evocare l’inquietudine di un racconto urbano. E se il tuo libro è ironico? Forse ti servirà un contrasto audace: giallo senape su blu cobalto, per esempio.
Ti consiglio di creare una moodboard cromatica con immagini evocative prima ancora di scegliere la foto o l’illustrazione centrale. Parti da ciò che vuoi far sentire.
Font: il tono della voce
Il font è la voce silenziosa del tuo libro. Parla anche quando tace. Un font sbagliato può distruggere anche la copertina più bella. E non si tratta solo di estetica, ma di coerenza narrativa.
Un romanzo gotico con un font sans-serif moderno e pulito? Un disastro. Un saggio filosofico scritto in Comic Sans? Peggio di una bestemmia in latino. Eppure succede.
Sperimenta, ma con rigore. Fai delle prove. Guarda come reagisce il titolo su fondo chiaro, poi su fondo scuro. Gioca con la spaziatura tra lettere. Accoppia titoli e sottotitoli con due stili diversi, ma coerenti. E ricordati: la leggibilità viene prima di tutto.
Canva, sì. Ma non fermarti lì
Canva è uno strumento potentissimo, soprattutto se non sei una grafica professionista. Ma è anche molto riconoscibile: i template usati da tutti rischiano di appiattire la tua voce visiva. Usa Canva come punto di partenza, ma personalizza ogni elemento. Cambia font, colori, layout. Crea qualcosa che parli davvero di te.
Se vuoi spingerti oltre, esplora Affinity Publisher: costa poco rispetto ad Adobe InDesign e ti dà pieno controllo. Oppure usa Book Brush se sei un'autrice che pubblica spesso e vuoi mockup accattivanti. Per chi ama il disegno, Procreate resta il top.
Stampare una prova su carta ti rivelerà più di mille preview a schermo. Fallo. Usa carta fotografica opaca per avvicinarti al risultato finale. Guardala alla luce del giorno. Poi riguardala dopo cena. Fidati, cambia tutto.
Testa, mostra, chiedi
Non avere paura del giudizio, ma cercalo. Mostrare versioni alternative della copertina è un atto di apertura che arricchisce. L'autore ha spesso un coinvolgimento emotivo che lo acceca: ciò che per te è poetico, per il lettore può risultare confuso.
Carica due versioni su Instagram Stories e usa i sondaggi. Pubblica su Reddit o nei gruppi Facebook di lettori del tuo genere. Chiedi: “Quale vi fa venire voglia di leggere il libro, senza sapere nulla della trama?”
I feedback più preziosi arrivano da chi non ti conosce. Loro sono il tuo pubblico. Loro vanno convinti.
Collega le tue copertine al tuo shop
Questo è il tuo asso nella manica. Se vendi illustrazioni o design, ogni copertina può diventare un seme per altri prodotti.
Hai usato un disegno originale per la cover? Ricavane una stampa da parete. Un pattern usato sullo sfondo? Riprendi lo stile per creare quaderni, agende, persino una tazza. Se il tuo brand è coerente, ogni pezzo rafforza l’altro.
E grazie all’affiliazione Amazon o al print-on-demand, puoi anche monetizzare suggerendo strumenti che hai usato davvero: la penna grafica, il blocco da schizzi, il libro sulla psicologia del colore. Non è vendita spinta, è condivisione d’esperienza.
Conclusione: la copertina sei tu
Non delegare. Non fare copia-incolla. Anche se ti rivolgi a un grafico professionista, dai indicazioni chiare, scegli tu il tono, i colori, il respiro del tuo libro. Perché la copertina non è un vestito: è una seconda pelle.
E quando tutto sarà pronto, riguardala. Riguardala davvero. Chiediti: “Se non fosse mio, questo libro, mi fermerei a guardarlo?”
Se la risposta è sì, allora il viaggio può cominciare.
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