
Ogni oggetto che creo inizia con un momento. Non serve chissà cosa: a volte è solo la luce che filtra su una mela matura in cucina, altre volte un viaggio che ha lasciato dentro una scia. Un tetto visto da lontano, il colore di una tovaglia in una locanda portoghese, una vecchia fotografia ritrovata in soffitta. Tutto può diventare una stampa.
C’è qualcosa di profondamente personale nel trasformare queste suggestioni in immagini. Non disegno solo oggetti, disegno emozioni. Disegno pause di vita. E quando scelgo cosa mettere su un piatto, una tovaglia o una pagina da appendere al muro, penso sempre alla storia che potrà raccontare.
Le mie collezioni non nascono in serie. Non c’è fretta, non c’è automatismo. C’è osservazione, c’è ascolto. Ogni foglia ha la sua curva, ogni frutto la sua ombra. E se anche uso strumenti digitali, non lo faccio per velocità, ma per precisione. Perché voglio che ogni dettaglio resti vivo, vero, caldo.
Chi sceglie una mia stampa non compra solo un disegno: porta a casa una piccola porzione del mio mondo. Di quello che vedo, sento, tocco. Per questo ogni progetto è unico. Perché ogni persona che lo sceglie è unica.
Dietro le quinte: dove nasce un’idea
Le idee nascono nei luoghi più inaspettati: durante una passeggiata in un borgo semi-sconosciuto, in un mercato all’aperto, nel profumo di un’arancia tagliata. Appunto su un quaderno tutto: forme, parole, colori. Poi seleziono: scelgo ciò che vibra.
Spesso parto da una foto scattata al volo, una texture, un oggetto vintage trovato in viaggio. Altre volte da un'emozione o da un concetto, come la nostalgia, la leggerezza, l’energia. Questo è il punto zero della stampa.
Il processo creativo: da uno schizzo alla stampa finale
Tutto comincia da uno schizzo a mano, semplice, istintivo, spesso tracciato su un quaderno con una matita consumata. È il primo gesto, il più sincero. Quello che racchiude l’essenza dell’idea. Da lì decido la tecnica pittorica: può essere acquerello, olio, tempera digitale, gouache o persino una resa grafica stilizzata. In base a questa scelta, seleziono colori, trame e materiali visivi adatti a restituire l’atmosfera desiderata.
Solo dopo questa fase mi sposto sul digitale: non per sostituire, ma per trasformare, per rifinire, per rendere la stampa scaricabile e applicabile ai supporti che scelgo per le mie collezioni – piatti, poster, tovaglie, quaderni. Mi affido alla moderna tecnologia come strumento di rifinitura, di precisione, ma sempre nel rispetto dell’idea iniziale.
Perché l’intelligenza artificiale può essere un aiuto prezioso, ma non inventa da sé. Non ha vissuto quella luce, quella sensazione, quell’attimo. Non può creare un’idea autentica, ma può aiutarmi a costruire la forma esatta di ciò che ho immaginato. Il cuore resta mio. È il mio occhio, la mia mano, la mia memoria a guidare ogni scelta.
Dove va a vivere la stampa?
A quel punto scelgo il supporto: una tovaglia, un piatto, una stampa da muro, un poster da cucina. Ogni stampa ha la sua vocazione. Alcune nascono per convivere con la tavola, altre per diventare un punto luce su una parete.
Creo collezioni tematiche: frutta tra le foglie d’autunno, tetti parigini, ombre giapponesi, dettagli urbani. Ogni collezione ha una coerenza visiva, ma può essere sempre rimescolata. Perché chi acquista può chiedermi una stampa su misura, per sé, per un regalo, per un’idea.
Un pezzo di mondo, insieme
L’elemento che rende tutto ancora più speciale? La collaborazione con chi sceglie. Ognuno può scrivermi e dirmi: “Vorrei questa stampa su questo piatto”, oppure “Amo questa immagine, ma vorrei un tono più tenue, o uno sfondo diverso”.
Ed è così che nasce davvero qualcosa di personale. Ogni stampa ha un codice, e chi la sceglie può vederla trasformarsi in un oggetto unico, fatto insieme.
Vuoi entrare nel mio mondo?
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Se hai visto un’immagine che ti ha fatto battere il cuore, scrivimi: possiamo creare insieme il tuo pezzo speciale.
👉 Ogni oggetto nasce da un incontro.
👉 Ogni stampa racconta una storia.
👉 La prossima può essere la tua.






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